Intervista a Daniela Magnetti, direttore della Fondazione Palazzo Bricherasio, a cura dell’ufficio stampa.
Dopo "Da Cezanne a Bonnard" a Treviso, Toulouse-Lautrec a Roma, Gauguin a Parigi e Napoli, Degas a Ferrara, Signac a Martigny, come mai ancora una mostra sull’impressionismo?
La mostra allestita a Palazzo Bricherasio è sì sull’impressionismo, ma vuole dimostrare che su questo movimento c’è ancora qualcosa da dire e da vedere. Non propone, quindi grandi nomi, di cui alcuni spesso impropriamente associati al movimento (come ad esempio Van Gogh), ma si sofferma su un artista poco noto al pubblico.
Una scelta coraggiosa...
Beh, sì: d’altra parte Palazzo Bricherasio sta da tempo cercando di uscire un po’ "fuori dal coro", proponendo mostre su artisti e argomenti magari poco conosciuti al grande pubblico, che però stimolano comunque la curiosità non solo degli addetti ai lavori, ma anche di coloro che vogliono approfondire certi argomenti. Ad esempio la mostra sui Naif, dello scorso anno, sui quali non era mai stata fatta una rassegna così completa. O le mostre di carattere archeologico, che indagano realtà poco note, ma estremamente affascinanti. O ancora le mostre estive, che abbiamo dedicato all’arte di territori geograficamente lontani, come l’Australia e il Messico. Guillaumin si inserisce in questa prospettiva progettuale.
Ma perché proprio Guillaumin?
Guillaumin è uno dei pochi impressionisti su cui non sia ancora stata fatta un’approfondita ricerca e perché credo che una delle cose che un artista non si augurerebbe mai sia quella di essere dimenticato. Guillaumin partecipò a sei delle otto mostre impressioniste e, a differenza di tutti gli altri che gravitarono intorno al gruppo, fu il solo a rimanere impressionista... ad oltranza! Ed è interessante vedere come, nonostante persino i suoi amici più stretti cercarono un superamento, lui rimase sempre fedele alla sua idea di pittura.
Che risposta si aspetta dal pubblico?
Poiché ho un’alta considerazione del pubblico, credo che i visitatori non si lasceranno scappare l’occasione di scoprire un artista che ha lasciato un segno importante nella pittura del XIX secolo.
Comunicato a cura dell'Ufficio Stampa Fondazione Palazzo Bricherasio (TO)