Mostra Argenti in CalabriaCOSENZA dal 1 DICEMBRE 2006 - 31 agosto 2007ARGENTI DI CALABRIA TESTIMONIANZE MERIDIONALI DAL XV AL XIX SECOLO COSENZA- PALAZZO ARNONE GALLERIA NAZIONALE DI COSENZA 1 DICEMBRE 2006, Inaugurazione La mostra Argenti in Calabria – Testimonianze meridionali dal XV al XIX secolo è una prima assoluta. Organizzata dalla Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico della Calabria e curata dal Soprintendente Salvatore Abita, realizza un’impresa di grande valore scientifico e culturale fino ad ora mai tentata: raccogliere ed ammirare in un’unica sede - il prestigioso Palazzo Arnone a Cosenza sede della Galleria Nazionale di Cosenza - i manufatti più preziosi e significativi del patrimonio degli argenti della Regione. La selezione di un corpus espositivo di centottanta oggetti, provenienti dalla copiosa suppellettile liturgica della Calabria, documenta un itinerario cronologico e spaziale di tendenze artistiche che, tra importazione e produzione locale, si snoda dal Quattrocento all’Ottocento con inusitata varietà e ricchezza. La Calabria ha conservato quanto in altri luoghi è andato invece irrimediabilmente perduto e pertanto capolavori di indiscutibile bellezza e raffinata esecuzione offrono l’idea e la suggestione, in uno straordinario percorso tra storia, devozione e fede, di quella sontuosità dei tesori delle chiese calabresi che, dalle antiche e storiche cattedrali fino alle più piccole parrocchiali di sperduti centri montani, variamente espressero nel tempo l’adesione alla cultura artistica meridionale. L’esposizione, ricca di problematiche critiche, rappresenta un approfondimento e un evento dovuto considerando il progresso degli studi dal 1933 a oggi: studiosi come Alfonso Frangipane e Angelo Lipinsky hanno raccolto ed esaminato il patrimonio argentario della Calabria evidenziandone la qualità e le singolarità e dando giusto risalto ai più interessanti e significativi manufatti. Tra questi senz’altro primeggia la Croce astile di Morano Calabro (Cosenza), datata 1445, che apre la mostra e sintetizza il problema della produzione calabrese quattrocentesca, erede di quella precedente medioevale e ben inserita negli sviluppi artistici del Regno di Napoli, come hanno evidenziato Elio e Corrado Catello, i maggiori studiosi dell’arte orafa del Mezzogiorno. A sviluppare gli stessi esiti locali concorrono le Croci astili di Grisolia (Cosenza), Motta Filocastro (Vibo Valentia) e Pizzoni (Vibo Valentia), fronteggiandosi con la napoletana Croce astile di Nocara (Cosenza) che reca il bollo napoletano e quindi partecipa dei coevi modelli e soluzioni stilistiche. Tra le opere quattrocentesche di impareggiabile valore e bellezza, da tempo presenti nei repertori italiani dell’arte argentaria meridionale, spiccano le celeberrime ferule vescovili di Reggio Calabria e di Tropea (Vibo Valentia), l’enigmatico Calice d’oro di Cosenza, la Sfera Greca di Rossano Calabro (Cosenza). Per il Cinquecento l’inedito patrimonio delle chiese dell’area reggina, che per l’occasione si mostra finalmente con numero davvero importante di pezzi straordinari, di argentieri napoletani, messinesi e calabresi: dalle pissidi di Rosarno (Reggio Calabria) e Spilinga (Vibo Valentia) alle Corone della Madonna dell’Isodia di Bova del 1614. Veri capolavori dell’oreficeria meridionale sono lo splendido Parato festivo della Madonna del Pilerio di Cosenza (realizzato in oro, perle, diamanti e altre pietre nel 1607 su committenza di Giovan Battista Costanzo, benemerito arcivescovo cosentino dell’epoca) e la Manta dell’Achiropita di Rossano (sbalzata tra il 1629 e il 1645 verosimilmente da Orazio Scoppa per l’arcivescovo Pietro Antonio Spinelli). Il Seicento e il Settecento, secoli ricchi di testimonianze in un seguito ricostruito quasi ad annum, risulta egregiamente rappresentato da busti e statue intere d’argento, più di dieci grandiosi pezzi in uno straordinario scenario che continua fino all’Ottocento con il bellissimo busto di San Fortunato martire realizzato da Gennaro Pane, argentiere napoletano, per la Cattedrale di Mileto (Vibo Valentia). L’Ottocento raccoglie opere dei più importanti argentieri napoletani: Giovani Casolla, Vincenzo Caruso, Mattia Condursi, Emanuele Galia, Gennaro Romanelli, Giuseppe Rossi, Gabriele Sisino. Tra tutti è da ricordare particolarmente Raffaele Perretti, vera scoperta della mostra calabrese, perché consentirà di attribuire molti oggetti custoditi in chiese e raccolte meridionali per l’identificazione corretta del suo punzone personale. La mostra verrà inaugurata a Cosenza – Palazzo Arnone il prossimo 1° dicembre 2006. L’evento è stato reso possibile grazie alla straordinaria disponibilità dimostrata da tutti i rappresentanti della Chiesa di Calabria: arcivescovi, vescovi e parroci, dai priori delle Confraternite e dai rappresentanti dell’Amministrazione regionale e di quelle provinciali e comunali direttamente interessate alla manifestazione. La rassegna è accompagnata da un raffinato catalogo edito dall’editore Paparo di Napoli che, grazie alle splendide foto realizzate appositamente per l’occasione, si presenta esso stesso come un’esposizione e, nel contempo, come un valido mezzo di informazione scientifica e didattica, in grado di offrire al pubblico e agli studiosi, attraverso l’attenta redazione, nuove pagine di storia e d’arte calabrese. Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico della Calabria- ARGENTI DI CALABRIA TESTIMONIANZE MERIDIONALI DAL XV AL XIX SECOLO COSENZA- PALAZZO ARNONE GALLERIA NAZIONALE DI COSENZA 1 DICEMBRE 2006, Inaugurazione Ufficio stampa: Soprintendenza P.S.A.E. della Calabria Patrizia Carravetta- Silvio Rubens Vivone Tel.: 0984 75904 – 0984 795639 Fax 0984 22383 – 0984 71246 Comunicato segnalato da: Silvio Rubens Vivone - Patrizia Carravetta - Foto: Giulio Archinà
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