Mostra: Francesco Scaramuzza tra realtà e visioniDal 13 al 16 novembreLa mostra, inaugurata da Vittorio Sgarbi il 13 settembre ed aperta sino al 16 novembre 2003 a Sissa (Parma) presso la Rocca dei Terzi, dedicata a Francesco Scaramuzza segna la riscoperta di un protagonista della pittura dell'Ottocento italiano attivo tra Parma (era nato a Sissa nel 1803) e Roma, dove aveva eseguito i primi lavori. Eclettico artista, educato a un purismo controllato al quale non è estraneo lo studio diretto dell'opera di Raffaello, Parmigianino e Correggio. La sua opera venne molto apprezzata dall'imperatrice Maria Luigia che aveva riconosciuto, come aveva fatto con Parmigianino e Correggio, soffermandosi a lungo sulla Madonna del San Gerolamo, il merito dello Scaramuzza, stabilendo quasi canoni estetici di cui il pittore fu il più rigoroso interprete: "una semplicità elegante, ossia il buon gusto, è infinitamente più piacevole della magnificenza". La mostra che ospita una sessantina delle più belle e significative opere, tra cui alcuni ultimissimi ritrovamenti emersi in fase di realizzazione della mostra, n. 49 delle 243 illustrazioni della Divina Commedia, capolavoro straordinario ed unico della pittura italiana, offre al visitatore un'inedita visione complessiva dell'opera e della vita di Scaramuzza. Ricco è il patrimonio d'arte lasciato dall' artista sissese che ha sperimentato tutte le tecniche di pittura, fra le quali, con ottimo successo, l'encausto, tecnica utilizzata per affrescare la Sala Dante della Biblioteca Palatina di Parma, il soffitto del Salone Maria Luigia del Museo Archeologico Nazionale di Parma ed il grazioso Tempietto dedicato al Petrarca a Selvapiana nel comune di Canossa (RE). Tuttavia Francesco Scaramuzza amava dire di sé "nato per sentir Dante", lo studio e la realizzazione dell'imponente opera per l'intera illustrazione della Divina Commedia (n. 73 disegni per i 34 canti dell'Inferno, n. 120 per i 33 canti del Purgatorio, n. 50 per i 33 canti del Paradiso). impegnò l'artista per circa 40 anni, infatti l'opera iniziata nel 1836 venne terminata nel 1876. Estratto dal Catalogo Scaramazza a cura di Vittorio Sgarbi: "Scaramuzza riteneva di essere il tramite per il proseguimento dell'attività creativa dei grandi poeti e nella piena maturità entra nell'aldilà, inizia a vivere con le ombre evocate da Dante, le materializza nei suoi disegni e le sente parlare in una sorta di allucinazione medianica. Scaramuzza ricerca una equivalenza spirituale con la musica e con la musica celeste della terza cantica dantesca. Dipinge il Paradiso, ne tenta la dimensione immateriali con effetti pittorici sofisticati. Negli ultimi 20 anni l'attività febbrile si rispecchia perfettamente e accresce di suggestione e di persuasione nell'attività spiritica. Il pittore rivela quello che gli spiriti gli dicono. Ciò che sembra confinare con la follia è la garanzia di un'ispirazione più alta e poeticamente motivata che rende così originali le tavole dantesche. Se l'artista non fosse, nel lungo racconto della Commedia, così ispirato e con tale sostenutezza e continuità nei risultati si penserebbe di leggere un matto." Per ulteriori informazioni visitate il Sito web del Comune di Sissa all'indirizzo: http://www.comune.sissa.pr.it/ Testi e foto gentilmente concessi dall'Ufficio Turismo del Comune di Sissa (PR) |