Maria Cristina CarliniDal 13 gennaio al 3 febbraio 2005 "STANZE" Maria Cristina Carlini a cura di Carlo Franza Dal 13 gennaio al 3 febbraio 2005 Maria Cristina Carlini sarà al Complesso Monumentale di Palazzo Reale, Archivio di Stato di Torino, con Stanze, esposizione che riunisce 18 opere della scultrice milanese che ha recentemente esposto a Sant'Ivo alla Sapienza, Archivio di Stato di Roma (Tracce e luoghi, 9-30 settembre) e che sarà a Venezia al Museo Nazionale di Villa Pisani a Strà nell'autunno 2005 (Reperti). La trilogia consente di comprendere ed apprezzare appieno il lavoro di M. C. Carlini che si esprime attraverso una grande varietà di materiali, utilizzando di volta in volta carta, terra e ferro per declinarli nella sua intima poetica. In particolare questa tappa torinese sembra tradire l'intimità dell'artista che apre le porte delle sue stanze interiori. Impossibile non pensare ad un'altra grande artista, Virgina Woolf, e al suo romanzo A room of one's own (Una stanza tutta per sé), dove la scrittrice denuncia quanto sia indispensabile avere un luogo tutto per sé dove ritirarsi e comprendersi, dove trovare il tempo per sondare le pieghe del proprio "io" al fine di potersi esprimere liberamente. Maria Cristina Carlini questo luogo l'ha trovato. Frutto di una ricerca che da Palo Alto in California, dove nei primi anni '70 ha cominciato a lavorare la ceramica, l'ha portata a Bruxelles e poi a Milano, a Brera, sede del suo primo studio nel 1978. Il culmine della sua ricercaCon Stanze l'artista ha raggiunto il culmine della sua ricerca, ma soprattutto della sua maturità espressiva. Il curatore della mostra, Prof. Carlo Franza, commenta in catalogo: "...vivere il dentro e il fuori è stato da sempre una costante della rappresentazione-installazione della Carlini che ha supportato il suo lavoro attraverso poetiche antiche e moderne". Un altro scrittore, Romano Guardini, ci esemplifica il concetto spaziale-emotivo del dentro/fuori quando definisce l'architettura "mondo umano", che riconduce la vastità e la confusione in un insieme che l'uomo possa riconoscere. Se le Stanze sono dunque gli spazi interiori delle architetture quello che M. C. Carlini ha realizzato è un'architettura dell'anima; una stanza che entra in quella successiva anticipandola e portandosi appresso l'impressione della precedente. Così come ogni esperienza scaturisce dalla precedente l'artista non rinnega il bagaglio culturale del vissuto storico-artistico dell'umanità, anzi ne sottolinea l'eredità. Cos'è infatti l'opera Trinacria se non un omaggio all'antica Grecia e al modo "pubblico" di vivere gli eventi, di condividere anche i momenti più topici? Un suggerimento, forse, oppure una citazione come nei grandi paraventi che ospitano Le Georgiche, Odissea, Iliade, La Divina Commedia.. Il sapere, l'esperienza dell'umanità è parte della coscienza artistica della Carlini, la base sulla quale "costruisce" la sua architettura. E come ne Le stanze di Cnosso questo vissuto soccorre l'artista e l'aiuta a non perdersi nel labirinto: come un novello Teseo, Maria Cristina Carlini ripercorre le Stanze e trova il filo che le permette di orientarsi in questa vastità di spazi fisici e mentali per trovare la propria geografia, per trovare A room of one's own. Ufficio Stampa Emanuela Bernascone Tel +39 335 256829 Fax +39 011 19791935 Comunicato segnalato da: Emanuela Bernascone |