Stephan Balkenhol Wim Delvoye Marc Quinn14 luglio - 14 ottobre 2007Intersezioni 3 Stephan Balkenhol Wim Delvoye Marc Quinn Parco Archeologico di Scolacium (Borgia, Catanzaro) 14 luglio - 14 ottobre 2007 a cura di Alberto Fiz Stephan Balkenhol Wim Delvoye Marc Quinn. Tre artisti per la terza edizione di Intersezioni, ormai consolidato terreno di contaminazione tra la scultura contemporanea e l'archeologia. Lo scenario con cui molti dei maggiori protagonisti europei desiderano confrontarsi è quello, straordinario, del Parco Archeologico di Scolacium, il luogo che deriva da Minervia Scolacium, la colonia romana che s'installò nel 123-122 a.C. sulla città greca di Skylletion (prima di Balkenhol, Delvoye e Quinn, qui hanno realizzato i loro progetti Antony Gormley nel 2006 con Time Horizon e nel 2005 Tony Cragg, Jan Fabre e Mimmo Paladino). L'evento espositivo è organizzato anche quest'anno (14 luglio-14 ottobre 2007) dall'Assessorato alla Cultura della Provincia di Catanzaro con la collaborazione dell'Assessorato alla Cultura della Regione Calabria e della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria. La scelta di far convivere la poetica di tre artisti come Stephan Balkenhol (Frizlar/Hessen, Germania 1957), Wim Delvoye (Wervik, Belgio, 1965) e Marc Quinn (Londra, 1964) che Alberto Fiz, curatore del progetto, ha deciso di coinvolgere per questa terza edizione, non è affatto casuale. La cifra di Intersezioni, ovvero una relazione forte tra luogo e creazione d'artista, è quest'anno potentissima ed emozionante e prima di realizzare i loro interventi, i tre artisti hanno voluto vivere il luogo e lasciarsi fascinare dagli antichi edifici. "Con tecniche, modalità e poetiche assolutamente autonome", spiega Alberto Fiz, "Balkenhol, Delvoye e Quinn, appartenenti alla medesima generazione, hanno saputo cogliere l'evoluzione della scultura ponendosi in relazione dialettica nei confronti della storia dell'arte, intesa come comune bagaglio culturale da cui attingere". Se le figure in legno intagliate di Balkenhol fanno riferimento alla tradizione medievale e al Rinascimento del Nord Europa, le creazioni in acciaio corten di Delvoye si richiamano al gotico, mentre Quinn, con i suoi marmi, bronzi e cementi, rielabora il concetto stesso di classicità. "Intersezioni è ormai una realtà imprescindibile e anche quest'anno si pone come uno dei progetti internazionali più stimolanti, in grado di proporre un modello autonomo per la divulgazione della cultura facendo convivere differenti sinergie in un dialogo continuo tra antico e contemporaneo", spiega Maurizio Rubino Assessore alla Cultura della Provincia di Catanzaro che, insieme al Presidente della Provincia Michele Traversa, ha voluto con determinazione questo progetto. Del resto, in questo luogo magico e incontaminato della Calabria a pochi chilometri da Catanzaro, nel comune di Borgia, in uno spazio di 40 ettari, si coglie la silenziosa potenza di una storia millenaria testimoniata da uno dei siti archeologici più importanti dell'Italia meridionale, preziosa stratificazione di civiltà: greca, successivamente italica, quindi romana e infine normanna. Il luogo diventa non solo la sede espositiva ma il punto focale di un'indagine a tutto tondo in grado di recuperare un'unità che appariva perduta. Quest'anno, poi, si assiste ad un progetto integrato che, per la prima volta, coinvolge anche l'importante Museo Archeologico di Scolacium dove verranno collocate tre sculture di Quinn. Sarà, poi, utilizzato da Balkenhol il Museo del Frantoio, già scenario nel 2006 della suggestiva esposizione dedicata a Gormley. Per quanto riguarda gli spazi esterni sono oltre 40 i progetti installativi proposti con opere talvolta inedite e generalmente mai esposte prima d'ora in Italia. Stephan Balkenhol ha scelto d'insediarsi nell'area della Basilica normanna di Santa Maria della Roccella. Qui ha fatto approdare Das Boot, la sua barca di 8 metri di lunghezza e 5 tonnellate di peso, scolpita in legno, con due immagini, l'una maschile l'altra femminile, sulle due fiancate, quasi una rievocazione leggendaria di un'antica imbarcazione. Das Boot appare come un relitto che, sorprendentemente, torna alla luce in un contesto che gli è estraneo. Accanto ad una serie di caratteristici lavori in legno dipinto che fanno da contrappunto alla Basilica, l'artista tedesco ha voluto rendere un omaggio a Scolacium, un luogo che gli ulivi hanno per secoli preservato. Egli, infatti, incoronerà simbolicamente il Parco della Roccelletta con la sua Krone, una corona composta da 22 parti in cemento con nove teste anch'esse in cemento. A completare il progetto sarà la mostra retrospettiva (con una scelta di opere dalla fine degli anni Novanta sino a oggi) nel vicino Museo del Frantoio dove compaiono, tra l'altro, due grandi Rilievi in legno di quasi tre metri ciascuno che dialogano con i vecchi macchinari per fare l'olio, perfetti esempi di archeologia industriale. Di particolare suggestione è il progetto neogotico di Wim Delvoye collocato nella zona del Foro dove lo stile assume un aspetto allegorico e paradossale del tutto straniante nel contesto di Scolacium. Su questo tema l'artista belga ha già proposto, in differenti contesti, le sue opere ma il progetto ambientato nel Parco di Scolacium è sicuramente il più imponente e ambizioso. Delvoye ha realizzato un vero e proprio cantiere per costruzioni edili dove ciascuna macchina si trasforma in un'opera d'arte bloccata nella sua staticità. Sono destinati ad avere uno straordinario impatto scenografico i due misteriosi Caterpillar alti nove metri che trasformano il Parco in un cantiere permanente aperto durante la mostra con scavatrici, segnali e transenne, tutti rigorosamente tagliati al laser in acciaio corten con motivi dove il Tre e Quattrocento si mescola con il design industriale. Non manca nemmeno un camion di quasi nove metri, Dump Truck, analogo per ideazione al Flatbed Truck che ha rappresentato uno degli elementi di maggior attrazione di Art Basel, la più importante fiera d'arte contemporanea del mondo che si è svolta in giugno. Delvoye compie la sua seduzione espropriando gli oggetti dalla loro sede e dalla loro funzione per bloccarli nella loro perturbante apparenza cristallina. Nel suo personale dialogo con la classicità, Marc Quinn indaga la poetica del frammento e nel contesto del Teatro romano ambienta le sue Flesh, ovvero una serie di opere in bronzo patinato nero dove l'artista inglese indaga l'elemento organico mettendo in scena carni di animali che, all'interno del contesto archeologico, assumono le sembianze di vere e proprie figure fantasmatiche. Un'indagine, quella di Quinn che si rivolge alla lezione di Rembrandt ma non è priva di riferimenti a Francis Bacon. Per la prima volta, poi, verranno esposte due recentissime opere in cemento come Hoxton Venus del 2006 e Totem del 2007, veri e propri frammenti della contemporaneità. Se nel primo caso siamo di fronte ad una figura femminile incinta con sandali e jeans che, pur dialogando con il presente, sembra riferirsi alle antiche sculture cicladiche, Totem si rifà ad un'immagine-mito come quella dell'eroe del male di Guerre stellari, Darth Vader. L'installazione prosegue idealmente all'interno del Museo Archeologico di Scolacium dove vengono collocate tre sculture in marmo bianco, Alexandra Westmoquette, Tom Yendell e Peter Hull, dove il frammento sta alla base di una nuova unitarietà e si pone in diretta relazione con le antiche sculture romane acefale creando una serie di confronti e rimandi ricchi di conseguenze. Brevi note espositiveStephan Balkenhol, nato a Frizlar/Hessen in Germania nel 1957, espone regolarmente in gallerie e musei dal 1984. Tra le sedi di maggior prestigio si possono ricordare la Kunsthalle di Basilea, la Kunsthalle di Amburgo, l'Irish Museum od Modern Art di Dublino, la Nationalgalerie di Berlino, l'Hirshorn Museum di Washington, il Montreal Museum of Fine Art di Montreal. Nel 2007 ha esposto oltre 100 opere al Museo d'Arte Moderna di Salisburgo. In luglio si è inaugurata una sua personale al Pac di Milano. Wim Delvoye nato a Wervik in Belgio nel 1965 ha esposto in mostre personali nei principali musei europei e americani come il Centre Pompidou di Parigi, il New Museum di New York, il Muhka di Anversa, il Pecci di Prato, il Castello di Rivoli. Delvoye ha preso parte alla Biennale di Venezia e a Documenta di Kassel. Nel 2007 25 bozzetti preparatori della sua opera Cloaca-Turbo sono stati esposti alla Gamec di Bergamo. Una parte consistente della sua attività si svolge in Cina dove ha avuto ampi riconoscimenti. Marc Quinn nato nel 1964 a Londra, ha, sin dagli anni Novanta, un'importante curriculum espositivo. Ha partecipato nel 1997 a Sensation: Young British Artists from the Saatchi Collection, presso la Royal Academy of Arts, a Londra. Ha tenuto diverse mostre personali in importanti istituzioni, tra cui la Tate Gallery of Modern Art, a Londra (1995), la Kunstverein Hannover, ad Hannover (1999), la Fondazione Prada, a Milano (2000), l'Irish Museum of Modern Art, a Dublino (2004) e il Macro, a Roma (2006). Una sua scultura in marmo di tre metri e mezzo di altezza, Alison Lapper Pregnant, è stata esposta per un anno a Trafalgar Square a Londra. INFORMAZIONIIntersezioni - Terza edizione Stephan Balkenhol Wim Delvoye Marc Quinn al Parco Archeologico di Scolacium - Inaugurazione: venerdì 13 luglio ore 19
- Curatore: Alberto Fiz
- Organizzazione: Assessorato alla Cultura della Provincia di Catanzaro con la collaborazione dell'Assessorato alla Cultura della Regione Calabria e della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria
- Periodo: 14 luglio - 14 ottobre 2007
Sede: Parco Archeologico di Scolacium Roccelletta di Borgia (Catanzaro) - Orari: tutti i giorni 10-21,30; ingresso libero
- Info: 0961. 391356-84342-741257
- Catalogo: Electa con testi in italiano e inglese
- Info: www.provincia.catanzaro.it
- Ufficio Stampa Studio Esseci - Sergio Campagnolo, tel. 049 663499; fax 049 655098
- Ufficio Stampa Electa: tel. 02.21563433; fax 02.21563314
Comunicato segnalato da: Studio Esseci |