Giovan Battista Moroni - Lo sguardo sulla realtà13 novembre 2004 - 3 aprile 2005Giovan Battista Moroni Lo sguardo sulla realtà (1560-1579) - Bergamo, Museo Adriano Bernareggi (13 novembre 2004 - 3 aprile 2005)
- Bergamo, Palazzo Moroni (13 novembre 2004 - 3 aprile 2005)
- Bergamo, Chiostro di San Francesco (13 novembre 2004 - 3 aprile 2005)
- Bergamo, Biblioteca Civica Angelo Mai (11 febbraio - 3 aprile 2005)
Bergamo: dopo Lotto, arriva MoroniDopo il Lotto, è la volta di Moroni. Bergamo, per iniziativa del Museo Adriano Bernareggi, propone un nuovo, grande appuntamento con un protagonista dell'arte del Cinquecento: Giovan Battista Moroni. L'iniziativa è articolata in ben quattro differenti spazi espositivi cittadini, dislocati tra la sede del Museo e il cuore monumentale di Bergamo, Città Alta. Le varie sezioni, comodamente raggiungibili a piedi, forniscono diversi approcci di lettura all'opera moroniana. Museo Adriano Bernareggi: Lo sguardo sulla realtà (1560-1579)
La mostra si concentra sul momento di svolta naturalistica del pittore: i ritratti in questa fase sono infatti qualificati da un'attenta traduzione dell'aspetto naturale e da un più intenso approfondimento psicologico del modello; i soggetti religiosi sono trattati con una maggiore propensione al dato reale. Questo giro di boa corrisponde al periodo del cosiddetto "esilio albinese", il ritiro del pittore nel luogo natale dopo l'iniziale attività trentina e il successivo radicamento a Bergamo, nell'entourage dell'aristocrazia filospagnola e dell'élite culturale e letteraria cittadina. Il percorso espositivo si apre con una scelta della produzione di soggetto religioso, costituita prevalentemente da pale d'altare provenienti da numerose chiese della Diocesi di Bergamo, e in gran parte realizzate in previsione della Visita Apostolica di San Carlo Borromeo, avvenuta nel 1575. Giovan Battista Moroni è chiamato a elaborare e a diffondere un modello di pala sacra fortemente orientato verso il rinnovamento spirituale proposto dal Concilio di Trento. In questa prima sezione i temi sacri dei dipinti sono ambientati in esterno, presentando ampi e commoventi brani di paesaggio. Sono opportunamente documentati anche gli episodi in cui all'interno della cornice religiosa trova adeguato spazio il ritratto devoto, incontestabile protagonista della visione mistica che appare sotto gli occhi dell'osservatore. A fianco della pittura religiosa un ampio e articolato settore della mostra raccoglie un cospicuo numero di ritratti dell'ultima fase di attività del pittore, selezionati tra gli esemplari più rappresentativi. Nei ritratti tardi la superlativa semplicità della tavolozza, l'intonazione grigia e la morbida fusione atmosferica, che non sacrifica la nitidezza della rappresentazione, dipendono dagli avanzamenti di una maestria pittorica che colloca il Moroni ai vertici della pittura italiana del Cinquecento. Una sezione sarà dedicata alla produzione grafica del pittore, risalente in prevalenza ai suoi anni di esordio, esperienza fondamentale per comprendere i modelli di riferimento a cui il Moroni continuerà ad ispirarsi nell'arco dell'intera carriera, fino agli anni estremi. Nella parte finale del percorso espositivo le pale sacre toccano il culmine di una sinfonia di grigi volta all'estrema semplificazione dei mezzi espressivi, testamento stilistico giunto direttamente nelle mani di Caravaggio. Palazzo Moroni: La collezione di casa Moroni.
All'interno del Salone d'onore di Palazzo Moroni verranno radunati i dipinti di Giovan Battista Moroni collezionati nel corso dei secoli dal ramo cadetto della famiglia. In questa sezione viene approfondito un rilevante episodio di storia del collezionismo, iniziato nel corso del Seicento e poi proseguito fino a tutto l'Ottocento, che ha visto la luce in uno dei luoghi affermatosi progressivamente come una delle tappe imprescindibili per i colti visitatori europei di passaggio per Bergamo. I maggiori esponenti della connoisseurship dell'Ottocento (Giovan Battista Cavalcaselle, Otto Mündler, Charles Eastleake, Giovanni Morelli) visiteranno con interesse la collezione Moroni, ricca, nel momento culmine della sua estensione di ben otto dipinti del pittore bergamasco. Assieme al celebre Cavaliere in rosa (Ritratto di Gian Gerolamo Grumelli), al Ritratto di Isotta Brembati, e al Ritratto di dama anziana in nero, sfilano opere di soggetto religioso e alcuni 'ritratti di famiglia' (Ritratto di Marco Moroni e Ritratto di Simone Moroni) eccezionalmente riuniti per l'odierna occasione espositiva. Chiostro di San Francesco: Il Giudizio Universale. Da Michelangelo a Moroni.
L'ultima opera di Giovan Battista Moroni, commissionata nel 1577 da Giorgio e Pancrazio Asperti, è rappresentata dal Giudizio Universale, una pala di dimensioni monumentali, lasciata incompiuta a seguito della morte improvvisa del pittore. Il dipinto, completato nel 1580 da Giovan Francesco Terzi, è una fedele traduzione del celeberrimo modello michelangiolesco dipinto nella Cappella Sistina a Roma. In questa sezione verrà approfondito il vasto fenomeno della circolazione delle stampe di traduzione dell'esempio michelangiolesco, assieme al delicato aspetto dell'interpretazione di un testo iconograficamente rivoluzionario. Vicino ad un disegno autografo di Michelangelo Buonarroti verranno esposte delle copie pittoriche del Giudizio Sistino e un'ampia scelta delle incisioni cinquecentesche che gli hanno garantito una fortuna immediata, pur attraverso la censura e la manipolazione del suo significato. Biblioteca Civica Angelo Mai: La biblioteca di un committente di Moroni.
Giovan Battista Moroni stabilisce una relazione molto stretta con don Giorgio Asperti, illuminato parroco di Gorlago. L'Asperti commissionerà al pittore due pale d'altare e il monumentale Giudizio Universale, tutte opere che si scalano negli anni '70 del Cinquecento. Il testamento dell'Asperti registra l'esistenza di una biblioteca eccezionale, composta da titoli che permettono di mettere a fuoco la personalità di un committente ecclesiatico di Moroni. Assieme a molti dei volumi che formavano questa raccolta libraria verrà esposto il presunto ritratto di Don Giorgio Asperti, dipinto dal Moroni e proveniente dalla Collezione Liechtentein di Vaduz. Comunicato segnalato da Studio Esseci |