Giovan Battista Moroni nel suo tempoGiovan Battista MoroniLa biografia del pittore bergamasco Giovan Battista Moroni (1520/24 circa - 1579) presenta l'immagine di un artista in contatto con le principali correnti culturali del Cinquecento italiano e coinvolto anche nei mutevoli eventi politici dell'epoca. Presente inizialmente in zona bresciana come allievo del Moretto, Moroni inizia la propria attività autonoma a Trento attorno al 1545, presso la corte del Principe Vescovo Madruzzo, proprio nel periodo di apertura del Concilio di Trento. Il rientro in patria è fondamentale, perché coincide con il definitivo ingresso del pittore nella cerchia letteraria e culturale filo-spagnola di Bergamo, città comunque legata politicamente e artisticamente alla Repubblica di Venezia. Ne è testimonianza il celeberrimo "Ritratto di Gian Gerolamo Grumelli", detto anche "Il cavaliere in rosa". Il capolavoro inoltre, data la sua altissima qualità, testimonia il grado di maestria già raggiunto dal Moroni. L'effigiato, all'epoca ventiquattrenne, cavaliere dello Speron d'Oro e laureato in legge a Padova, era esponente della potente famiglia favorevole alla Spagna. La finissima fattura del sontuoso abito, il motto in lingua spagnola, gli elementi simbolici della statua e dell'edera, documentano l'accurato studio per la realizzazione della tela; inoltre l'impostazione della figura riprende schemi utilizzati da Tiziano per i ritratti della corte di Spagna. Moroni: Arte, Storia e Politica Tra i committenti di Moroni figurano i più importanti personaggi politici del periodo. Fedeli della Serenissima Repubblica di Venezia o fautori del partito spagnolo, i membri delle famiglie nobiliari si affidano ai pennelli del maestro bergamasco per tramandare ai posteri la propria fama attraverso il ritratto, genere che proprio nel Cinquecento assurge a importanza primaria. Gian Gerolamo AlbaniIl talento del Moroni ci permette di incontrare faccia a faccia, nelle sale della mostra, un autorevolissimo esponente del patriziato bergamasco: si tratta del conte Gian Gerolamo Albani (Ritratto di Gian Girolamo Albani, Milano, collezione privata). Il nobile, cavaliere dell'Ordine di San Marco come testimonia la collana con croce e leone, raggiunse i più alti gradi del comando. Nato il 3 gennaio 1509, dottore in diritto civile ed ecclesiastico, sposò Laura Longhi, morta nel 1540, dalla quale ebbe quattro figli; fu consigliere personale del domenicano Michele Ghislieri, poi papa col nome di Pio V; nel 1555 venne nominato Collaterale Generale della Repubblica di Venezia; era la più alta carica conferita in quegli anni a un bergamasco e la città orobica festeggiò per tre giorni l'evento. Nel 1556 il conte ospitò presso Bergamo il giovane poeta Torquato Tasso, anch'egli di famiglia bergamasca. Coinvolto nell'omicidio di un membro della rivale famiglia dei Brembati perpetrato da uno dei suoi figli, l'Albani si consegnò a Venezia nel 1563: fu destituito dalla carica e confinato nell'isola di Lesina per cinque anni. Al termine del bando venne reintegrato nella propria dignità, ottenendo poi la nomina a protonotario apostolico nel 1569 e a cardinale con titolo presbiteriale nel 1570. Il dipinto risale probabilmente agli anni immediatamente precedenti. Il nobile è in posa con tutta la dignità della sua carica e ornato dai simboli del suo prestigio: la ricca veste, il sontuoso mantello di lupo cerviero, la catena dell'ordine equestre. L'espressione seria e un poco grave non nasconde i segni fisici, rappresentati con magistrale realismo nei dettagli del volto e delle mani, della stanchezza e dei travagli degli anni; e tuttavia, Moroni coglie anche l'intatta abitudine al comando e la forza interiore del nobile bergamasco, appena smorzate da un leggero lampo di curiosità nello sguardo. Informazioni sulla mostraGiovan Battista Moroni. Lo sguardo sulla realtà (1560-1579) - Bergamo, Museo Adriano Bernareggi (13 novembre 2004 – 3 aprile 2005)
- Bergamo, Palazzo Moroni (13 novembre 2004 – 3 aprile 2005)
- Bergamo, Corsia del Carmine (13 novembre 2004 – 3 aprile 2005)
- Bergamo, Biblioteca Civica Angelo Mai (11 febbraio – 3 aprile 2005)
- Ingresso: intero 8 euro; ridotto: 6,50 euro; scuole: 5 euro (il biglietto dà diritto alla visita a tutte le sedi).
La mostra è realizzata dal Museo Adriano Bernareggi, ed è promossa dalla Fondazione Adriano Bernareggi in collaborazione con Diocesi di Bergamo, Regione Lombardia, Provincia di Bergamo, Camera di Commercio di Bergamo, Comune di Bergamo, a cura di Simone Facchinetti e Mina Gregori. Comunicao segnalato da: Studio Esseci |