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Casa Mafai Da via Cavour a Parigi (1925-1932)

14 gennaio- 20 marzo 2005

La mostra, a cura di Fabrizio D'Amico e Marco Goldin, con circa quaranta opere esposte, intende documentare una straordinaria koinè artistica sbocciata a Roma, a cavallo tra anni Venti e Trenta: quella che unì Mario Mafai alla compagna Antoinette Raphaël De Simon, lituana che dopo un lungo peregrinare in Europa era giunta a Roma alla fine del '24, e a Gino Bonichi, che era giunto in città dalle Marche e aveva preso il nome di Scipione.

Roberto Longhi ne vide le opere esposte alla I Sindacale del Lazio, nel '29, e subito intuì la portata fortemente innovativa di quella che proprio allora, sulle colonne de "L'Italia letteraria", battezzò, dall'indirizzo di casa Mafai, la "scuola di via Cavour". L'ampio studio di quell'appartamento arrampicato sui tetti di Roma, la terrazza da cui si scorgevano il Colosseo e gli alberi del Palatino divennero allora, per brevissimo tempo, il luogo ove prese forma una pittura brusca e incendiata, sgarbata e violenta, visionaria e espressionista, lontana – per la prima volta in Italia – da quelle che erano le poggiature classiciste di uno stile che di lì a poco sarebbe sfociato nelle auliche, retoriche sintassi del Novecento.

Dall'unione feconda fra le suggestioni parigine portate dalla Raphaël (Modigliani, Chagall, Kisling, Soutine...) e il talento eterodosso dei due giovani compagni di strada vennero allora alcuni dei quadri più eversivi, arrischiati, sognanti che la pittura fra le due guerre in Italia avrebbe saputo esprimere. Durò poco, quella meteora di libertà: Scipione, presto gravemente ammalato, dovette ricoverarsi in un sanatorio del Trentino, dove spese il resto dei suoi giorni, fino alla morte precoce (1933). Mafai andò a Parigi con la compagna, e vi stette lungamente. Lì Antonietta, scoprendo la difficoltà di condividere con Mafai "la stessa arte della pittura", si volse alla scultura, acquietandosi – più adulta e pensosa – su modelli formali ispirati al severo classicismo di Maillol. Quando tornò a Roma, Mafai parve a Scipione "schiarito di colore", e assai cambiato: e di fatto egli avrebbe inaugurato di lì a poco, con i celebri Fiori, una nuova, diversa stagione. L'esperienza incandescente di via Cavour era, per tutti, finita.

CASA MAFAI.  DA  VIA CAVOUR A PARIGI, (1925- 1932)

  • Brescia, Museo di Santa Giulia, via dei Musei 14 gennaio – 20 marzo 2005
  • Organizzazione: Linea d'ombra;
  • Orario delle mostre: dal lunedì al giovedì ore 9 – 19; venerdì, sabato, domenica  e altri festivi ore 9 - 21
  • Servizio prenotazioni e informazioni: Ibiscus: call center tel. 0438 21306 - fax 0438 418108
  • Biglietti per le tre mostre  a Santa Giulia e per il Museo : Intero Euro 12,00 , Ridotto Euro 10,00
  • Biglietti per le tre mostre a Santa Giulia, per il Museo e per le due mostre alla Pinacoteca Tosio Martinengo Intero Euro 15,00 , Ridotto Euro 12,00:
  • Ufficio stampa: STUDIO ESSECI  di Sergio Campagnolo; Tel. 049 663499 

Comunicato segnalato da Studio Esseci

Ultimo aggiornamento: 08/07/2005 (12:04)
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