Le opere in mostra a Cremona e a New York110 straordinari dipinti e disegniL'importanza della tradizione lombarda nella rivoluzione naturalistica "scatenata" da Caravaggio in Europa - rivoluzione che ha aperto la strada alla modernità - era già stata intuita da Roberto Longhi, che aveva riconosciuto come il pittore, nativo di Caravaggio nella diocesi di Cremona, fosse giunto a Roma con il manifesto della sua rivoluzione realistica. Eppure la presa di coscienza della portata, della forza e delle profonde radici di questa tradizione, che fa della Lombardia la madre del naturalismo moderno, è cosa recente e la mostra, proponendo un excursus attento dei "pittori della realtà" in quest'area geografica, sarà determinante nel consolidare tale interpretazione a livello mondiale, tra gli storici dell'arte e il grande pubblico. Insomma, le ragioni della rivoluzione caravaggesca stanno tutte in Lombardia. Oltre 110 straordinari dipinti e disegni, molti dei quali costituiscono un'assoluta novità per il pubblico italiano ed europeo, sono esposti a Cremona, a mostrare come Caravaggio - di cui si possono ammirare opere capitali quali Il suonatore di liuto, Il cavadenti, il San Francesco in meditazione, - abbia raccolto e portato a maturazione un'eredità ben precisa, che aveva trovato un precursore già in Leonardo, ed era continuata poi nell'opera di tanti artisti bergamaschi e bresciani - da Romanino a Previtali da Lotto a Moretto, da Savoldo a Moroni - e in altri lombardi quali l'Arcimboldi e l'Anguissola, i Campi, i Carracci, Fede Galizia e Tanzio da Varallo. La mostra, che vanta prestiti di dipinti e disegni dai più grandi musei e collezioni private del mondo (The Metropolitan Museum of Art di New York, The National Gallery di Washington, Musée du Louvre di Parigi, The British Museum di Londra, The National Gallery di Londra, Kunsthistorisches Museum di Vienna, The Museum of Fine Arts di Boston, The J. Paul Getty Museum di Los Angeles, Staatliche Museen di Berlino, The Royal Library di Windsor Castle, Southampton City Gallery, Museo e Galleria Borghese di Roma, Galleria Palatina di Firenze, e tanti altri), allarga infine la visuale agli sviluppi successivi al Merisi: a quelle autonome e personali interpretazioni - Baschenis, Ceresa, Campi, Crespi, Fra' Galgario, Ceruti e altri - che, tuttavia, confermano una fedeltà alla rappresentazione realistica, espressa nel modo diretto con cui gli artisti si sono avvicinati alla natura, in una secolare continuità.
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